Cosa fare se l’impresa di ristrutturazione non rispetta i tempi di consegna?

Le tempistiche di ristrutturazione di una casa dipendono da diversi fattori, uno su tutti la tipologia di intervento. Una manutenzione ordinaria, come ad esempio interventi semplici come tinteggiatura, sostituzione di pavimenti o sanitari, richiede in genere dalle 2 alle 4 settimane. Una manutenzione straordinaria con interventi più complessi come rifacimento di impianti, demolizioni e ricostruzioni, dalle 4 alle 8 settimane. Infine, una ristrutturazione completa con rifacimento totale dell’immobile, 3-6 mesi o più. Ovviamente il tutto va calcolato anche in funzione delle dimensioni dell’immobile, dalla complessità dei lavori e dalla disponibilità dei materiali. Non mancano gli imprevisti e le tempistiche dipendenti dalla burocrazia, come il rilascio dei permessi.

Fatte queste premesse, possiamo dire che i lavori di ristrutturazione sono una missione impegnativa, che richiede una pianificazione accurata e il rispetto dei tempi di consegna. Tuttavia, può capitare che l’impresa edile non rispetti le scadenze stabilite nel contratto, creando disagi e danni al committente. In questo articolo, analizziamo i passi da seguire se l’impresa di ristrutturazione non rispetta i tempi di consegna.

Come mettere tutelarsi nelle tempistiche

Il primo passo è verificare il contratto d’appalto sottoscritto con l’impresa. In esso dovrebbero essere chiaramente indicati i tempi di consegna dei lavori, suddivisi per macrofasi e con date precise. Il contratto potrebbe anche includere una clausola penale, che prevede il pagamento di una quota a carico dell’impresa per ogni giorno di ritardo.

Se l’impresa non rispetta i tempi di consegna, è necessario inviare una diffida ad adempiere. Si tratta di una comunicazione formale, inviata per raccomandata con ricevuta di ritorno, in cui si intima all’impresa di completare i lavori entro un termine congruo, solitamente 15 giorni. La diffida deve essere redatta in forma scritta e deve contenere:

  • i dati del committente e dell’impresa;
  • il riferimento al contratto d’appalto;
  • la descrizione dei lavori non completati;
  • la data entro cui l’impresa deve completare i lavori;
  • l’avvertenza che, in caso di mancata ottemperanza, il committente si riserva di agire legalmente.
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Cosa fare per richiedere il risarcimento danni

Se l’impresa non completa i lavori entro il termine stabilito nella diffida, il committente può richiedere un risarcimento danni. Il risarcimento può essere pari al valore dei danni subiti, che includono:

  • il costo per il completamento dei lavori da parte di un’altra impresa;
  • il lucro cessante, se il ritardo ha causato un mancato guadagno;
  • i danni da disagio, per il mancato utilizzo dell’immobile ristrutturato.

Se l’impresa non risponde alla diffida o non risarcisce i danni, il committente può adire le vie legali. In questo caso, è consigliabile rivolgersi a un avvocato esperto in diritto civile.

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Consigli per prevenire i ritardi

Per evitare ritardi nei lavori di ristrutturazione, è consigliabile scegliere un’impresa edile affidabile e con esperienza, al tempo stesso richiedere diversi preventivi e confrontarli. Da non dimenticarsi di sottoscrivere un contratto d’appalto dettagliato, che includa i tempi di consegna e la clausola penale. Si consiglia sempre di effettuare sopralluoghi periodici durante i lavori e di comunicare tempestivamente all’impresa eventuali problemi o ritardi.

I ritardi nei lavori di ristrutturazione possono essere un problema serio, che causa disagi e danni economici al committente. Tuttavia, è possibile tutelarsi verificando il contratto, inviando una diffida e, se necessario, richiedendo un risarcimento danni o adire le vie legali. Scegliendo un’impresa affidabile e adottando le dovute precauzioni, è possibile ridurre il rischio di ritardi e completare la ristrutturazione nei tempi previsti.

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