Gli infissi in PVC sono, da tempo, al centro di una polemica riguardo la loro presunta pericolosità. Un allarme lanciato da più parti, sul quale però, almeno sinora, non è stata fatta sufficiente chiarezza. Come noto, il polivinile di cloruro è un materiale plastico, uno dei più usati insieme a polipropilene e polietilene, composto da cloro e carbonio (per esigenze particolari possono, a volte, essere aggiunti plastificanti come lo ftalato). Inoltre nel processo di lavorazione vengono aggiunti lubrificanti e additivi, al fine di conferire al prodotto la necessaria rigidità. Tra questi additivi vi sono anche i coloranti, oltre ai prodotti antitaglio e antincendio.
Il rischio di cui, spesso, si parla, esiste nella fase di lavorazione degli infissi in PVC, ove non siano rispettate le norme di sicurezza relative alle attrezzature e alle protezioni individuali, che debbono impedire l’inalazione di prodotti nocivi. Mentre, per quanto concerne il prodotto vero e proprio e l’uso nelle abitazioni, il rischio è confinato al ciclo finale della sua vita, quando, venuta meno la temperatura ambiente, potrebbe rilasciare sostanze nocive.
Va rilevato, ad esempio, che il CHEJ, una associazione che si batte per la tutela dei consumatori statunitensi, si dichiara del tutto contraria all’uso degli infissi in PVC. Alla base di questa posizione, vi sono i dati riscontrati nelle zone vicine a stabilimenti ove si lavora il polivinile di cloruro, con la presenza di diossina tre volte superiore alla media nelle persone che vi abitano.
La situazione in Italia per il PVC
Per quanto riguarda il nostro Paese, va ricordato che i serramenti in PVC sono oggetto di marchio di qualità che deve essere rilasciato dalle aziende facenti parte del gruppo SIPVC, sin dal 1994. Tra i requisiti base per poter avere il marchio di qualità vanno ricordati in particolare la necessità di seguire il protocollo REACH per i composti chimici, proprio al fine di rispettare l’ambiente, quella di usare composti G Compound, ovvero non recanti piombo, cadmio, metalli pesanti nocivi e additivi, il rispetto delle normative UNI EN 12608:2005 e UNI EN 14351-1:2010.
Inoltre, l’azienda deve assumere l’impegno di usare tutte le norme necessarie per la tutela della salute di lavoratori e consumatori, oltre che quelle relative alla gestione più idonea degli scarti di lavorazione. Una serie di prescrizioni che hanno il compito di mettere sotto tutela tutta la filiera produttiva, riducendo al minimo ogni rischio per la salute collettiva.
Rispettare il principio di precauzione
In definitiva, si può concludere che gli infissi in PVC sono sicuri come tutti i prodotti plastici che vengono gestiti nel modo migliore per non arrecare danni ai lavoratori o ai consumatori nel loro ciclo di vita. Un discorso che, del resto, riguarda un vasto numero di prodotti che possono essere usati in maniera impropria.
Di conseguenza, non andrebbero enfatizzate le posizioni risolutamente contrarie, né quelle schierate aprioristicamente a favore, cercando, invece, di capire come fare per sfruttare i vantaggi offerti dal polivinile di cloruro, riducendo in maniera drastica ogni rischio per la salute umana. Per farlo, la cosa migliore consiste nel tenere continuamente sotto esame il PVC, come del resto ogni materiale di tipo plastico.