Parquet flottante: quando conviene adottarlo?

Il parquet flottante, noto altrimenti come galleggiante, è un rivestimento applicato a terra senza l’ausilio di colla o chiodi, bensì utilizzando un sistema a incastro estremamente pratico e veloce. La grande differenza rispetto al parquet tradizionale è proprio quella relativa al metodo di posa, la quale, nel caso tradizionale prevede che il parquet venga incollato o inchiodato direttamente sul suolo, ovvero sul massetto oppure sulla pavimentazione preesistente. Una facilità di montaggio tale da rendere possibile a chi disponga di buona manualità di fare da sé, senza, quindi, dover ricorrere ad un professionista, risparmiando, di conseguenza, le relative spese. 

Già da quanto detto sinora, si può capire come il metodo di posa flottante costituisca una reale innovazione, con la nuova superficie adagiata direttamente su uno speciale materassino in grado non solo di assorbire i rumori, ma anche l’umidità proveniente dal basso. Altro grande vantaggio assicurato dal parquet flottante è la sua possibilità di immediata utilizzazione, senza necessità di levigarlo o lucidarlo da parte del parquettista. 

Immagine di parquet scuro

La resa estetica finale garantita dal parquet flottante risulta praticamente identica a quella del modello tradizionale, ma i vantaggi sono molti, non soltanto in termini di posa: 

  • massima eco-compatibilità, esaltata dall’assenza di colle chimiche tale da rendere questo tipo di superficie particolarmente rispettosa dell’ambiente; 
  • economicità, derivante dalla mancata necessità della levigatura o della lucidatura finale; 
  • possibilità di smontare i listelli, non essendo essi incollati o inchiodati a terra e spostati altrove. 

L’ultimo punto rappresenta un vantaggio che si dimostra prezioso anche nel caso in cui venga a deteriorarsi una porzione di parquet per la quale si può procedere alla sostituzione senza dover rifare tutto il pavimento. La posa del parquet flottante può essere considerata consigliabile, soprattutto, in quelle condizioni nelle quali l’utilizzo di colle potrebbe rivelarsi controproducente oltre che particolarmente scomodo, come ad esempio quando la superficie del pavimento risulti polverosa, sconsigliando la soluzione tradizionale.

Il parquet flottante può, invece, essere adottato anche in condizioni di particolare umidità. Una lunga serie di motivi che hanno spinto sempre di più il parquet flottante sui mercati, facendone una ottima alternativa alle soluzioni tradizionali da sempre in voga, calamitando vasti strati di consumatori che non potrebbero altrimenti trovare una risposta alla loro evidente voglia di avere una copertura di pregio all’interno dell’abitazione.

Immagine di parquet flottante

Il parquet flottante in cucina

Le ricerche portate avanti nei laboratori e incentrate sulla nuove tecnologie, hanno consentito negli ultimi anni di garantire la particolare sensazione di calore del parquet anche in ambienti complicati come la cucina. Un ambiente nel quale le lievi imperfezioni derivanti dalla sua usura sono, del resto, una regola ormai accettata. Trattandosi di un pavimento soggetto a un continuo calpestio, il logorio del parquet viene, naturalmente, accelerato, andandosi a saldare con avvenimenti del tutto normali nelle attività quotidiane, come l’accidentale caduta di piatti, pentole e posate, le macchie derivanti dalla fuoriuscita degli schizzi d’olio o di altre sostanze liquide usate nella preparazione dei cibi.

In queste condizioni, l’idea di avere una pavimentazione sempre liscia e lucida, può trasformarsi ben presto in una pia illusione. Proprio per questo, il parquet flottante, meno pregiato rispetto al legno, può rivelarsi la soluzione ideale, con la sua capacità di resistere all’umidità e di assicurare comunque una confezione estetica di pregio, in grado di risaltare anche in presenza di graffi o altre piccole imperfezioni.

Il parquet flottante nel bagno: gli esperti lo sconsigliano

Un discorso molto particolare va fatto invece per il bagno. Contrariamente a quanto spesso si pensa, la posa flottante non è ritenuta idonea per questo ambiente. In particolare, alcuni produttori consigliano decisamente di ricorrere a una posa incollata e non flottante, ritenendo peraltro importantissima la sigillatura tra i vari listelli e nel perimetro.

In conseguenza di questo orientamento, si può, quindi, anche utilizzare il legno, a patto che la scelta preveda specie legnose più stabili a contatto con l’umidità, come Doussiè, Iroko, Merbau e Teak. Mentre, per il Rovere, altra varietà legnosa molto utilizzata, richiede estrema cautela, in quanto, a contatto con l’umidità, esibisce una certa tendenza a creare macchie nerastre a causa della fuoriuscita di tannino, la cui presenza è notevole in questa specie legnosa. 

Immagine di parquet incollato

Meglio il parquet flottante o incollato?

Spesso, chi si accinge a mettere mano al pavimento, si chiede se sia meglio il parquet flottante o quello incollato. Una domanda che, in effetti, è abbastanza mal posta, in quanto tra i due tipi di posa non esistono grandi differenze. Il vero discrimine può essere derivante dalla necessità di ricorrere al parquet flottante. Un obbligo che sussiste soprattutto: 

  • ove lo si voglia posare da soli, facendo a meno di spendere soldi per un parquettista. Va, infatti, ricordato ancora una volta che la posa flottante è semplicissima per chi possegga un minimo di attitudini manuali, mentre posare il parquet incollato può rivelarsi molto più complicato. Ad esempio nel secondo caso può presentarsi la questione relativa al tipo di colla da usare, solitamente una bi-componente per la quale occorre avere dimestichezza con il suo utilizzo in modo da considerare nel modo più congruo il cosiddetto “tempo aperto” necessario per poter operare con successo. Il parquet flottante consente errori, in considerazione del fatto che può essere smontato e posato nuovamente senza eccessive complicazioni;
  • nel caso si desideri preservare o salvare il pavimento preesistente, una eventualità che può presentarsi ove si intenda risparmiare sui costi relativi alla rimozione della vecchia superficie;
  • ove il massetto non sia sufficientemente asciutto o ci sia l’elevato rischio di infiltrazioni, l’apposizione di un materassino “antiumido” con una barriera antivapore tra la vecchia superficie e il nuovo parquet flottante può rivelarsi utilissima ad evitare le risalite di umidità; 
  • se il massetto sia distinto da piccoli dislivelli oppure dalla mancanza di una giusta porosità in grado di agevolare la stesura della colla, il materassino può contribuire in maniera pressoché decisiva a ridurre i piccoli difetti esistenti senza costringere a ricorrere a trattamenti del sottofondo che possono rivelarsi estremamente costosi.
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