Nella seconda giornata di Cersaie, il “Café della stampa” ospita l’evento “Dettagli e visioni d’insieme. Progettare uno spazio dal piccolo al grande (e ritorno)”. Elena Dallorso, giornalista di AD – celebre rivista di arredamento, arte e design – dialoga con Matteo Nunziati, architetto di fama internazionale.
Focus del dibattito è l’approccio del progettista che mira a creare prodotti o spazi non solo funzionali, ma anche capaci di emozionare e soddisfare i bisogni umani, combinando innovazione, sostenibilità e tradizione.
Dalla grande scala al dettaglio: un approccio olistico
Dialogando con Elena Dallorso, l’architetto Matteo Nunziati ha raccontato la sua esperienza ed il suo approccio alla progettazione, alla ricerca di un equilibrio costante tra estetica e funzionalità.
I lavori dell’architetto si distinguono per la capacità di progettare spazi che vanno dalla grande alla piccola scala, spaziando tra la progettazione architettonica ed il product design. Nel suo studio, suddiviso in due sezioni principali, si lavora sia alla creazione di prodotti come le piastrelle ceramiche, sia alla progettazione d’interni. Ciò che rende il suo approccio unico è la visione olistica che integra il dettaglio nella visione d’insieme. Ogni elemento, anche il più piccolo, viene considerato in funzione dell’ambiente in cui si inserisce, creando così una simbiosi perfetta tra design e spazio.
Secondo Nunziati, il product designer che ignora il contesto in cui un prodotto sarà utilizzato non può avere un risultato soddisfacente. Conoscere l’ambiente significa sviluppare prodotti che non solo rispondono a esigenze pratiche, ma che suscitano anche emozioni.
La ceramica: da materiale povero a protagonista del design
Un episodio che Nunziati racconta con entusiasmo riguarda la sua collaborazione con Florim, azienda leader nella produzione di ceramiche, durante la progettazione di un hotel a Dubai all’inizio della sua carriera. All’epoca, il formato delle piastrelle 60×60 che ha utilizzato per questo progetto era una novità assoluta, e da quel momento la ceramica ha subito un’evoluzione straordinaria. Da materiale economico e poco valorizzato, è diventata un elemento di design ricercato, utilizzato non solo per pavimenti e rivestimenti, ma anche integrato negli arredi come piani per cucine e schienali di mobili.
Oggi, la ceramica è apprezzata anche per le sue qualità ecologiche: a differenza del marmo, che comporta scarti e costi importanti per l’estrazione, la ceramica è un materiale più sostenibile e versatile, in grado di riprodurre la bellezza del marmo senza avere lo stesso impatto ambientale. Questo cambiamento non riguarda solo il materiale in sé, ma riflette una trasformazione culturale più ampia, in cui architetti e designer adottano un approccio più attento alla sostenibilità.
Design e tecnologia: un binomio indissolubile
La tecnologia ha giocato un ruolo fondamentale in questa rivoluzione del materiale ceramico. L’architetto Nunziati spiega come il design italiano, noto per la sua continua evoluzione e insoddisfazione creativa, sia stato fondamentale nel portare la ceramica a livelli inimmaginabili. Un esempio è il lavabo presentato in occasione di Cersaie 2024. Un catino con una forma curva, interamente realizzata in ceramica, una sfida che all’inizio sembrava impossibile da superare, ma che grazie alla tecnologia è diventata realtà.
Ogni anno, durante eventi come il Salone del Mobile o il Cersaie, vengono presentati nuovi prodotti che vanno oltre i limiti del possibile. La prima reazione delle aziende è spesso di scetticismo quando il progettista presenta loro l’idea. Tuttavia, quando il designer lavora con l’azienda per sviluppare il progetto si arriva a soluzioni inedite ed innovative.
Forma e funzione: come trovare il giusto equilibrio
Nel design, trovare il giusto equilibrio tra estetica e funzionalità è una sfida costante. Nunziati sottolinea l’importanza di non perdere di vista le esigenze reali delle persone. Se un prodotto si concentra esclusivamente sulla bellezza, rischia di diventare un mero esercizio di stile, al contrario, se ci si focalizza solo sulla funzionalità, perde il suo potenziale emotivo.
Questo equilibrio è particolarmente evidente nell’approccio italiano al design, che unisce una lunga tradizione artigianale alla sperimentazione continua. La capacità di combinare materiali e colori con una maestria innata è parte del DNA dei progettisti italiani, abilissimi nel creare oggetti e spazi che non solo rispondono a bisogni concreti, ma anche al desiderio di bellezza e benessere.
Tradizione e innovazione: il fascino del ‘900 italiano
Quando Nunziati riflette sugli architetti che lo hanno influenzato, cita il periodo del Novecento italiano, in particolare gli anni tra le due guerre, con figure come Gio Ponti e Giovanni Muzio. Questi architetti hanno saputo trovare un equilibrio tra la modernità delle idee del Bauhaus e la ricca tradizione architettonica italiana, creando una sintesi affascinante tra il nuovo e l’antico.
Per Nunziati, il legame con la tradizione italiana non è solo intellettuale, ma anche materiale. Il marmo di Carrara, l’argilla o il cuoio sono elementi che rappresentano il cuore della manifattura italiana, e che continuano a influenzare il modo in cui gli architetti italiani creano e interpretano lo spazio.
L’importanza del dettaglio
Infine, nella conversazione viene sottolineato come il dettaglio sia ciò che distingue un progetto eccellente da uno ordinario. L’alta capacità manifatturiera italiana si riflette nei piccoli dettagli, che si tratti della maniglia di una porta o dell’apertura di un’anta di una cucina. Questi dettagli, spesso impercettibili a prima vista, contribuiscono all’esperienza complessiva dello spazio e sono ciò che rende unico il design italiano.