Ogni volta che si affronta il tema degli infissi, si rischia di scatenare una sorta di guerra di religione tra gli amanti del legno, del polivinile di cloruro (PVC) e dell’alluminio. Ognuna delle tre tipologie di infisso dominanti sui mercati può, infatti, contare su un vasto numero di affezionati, che non muterebbero mai la loro opinione.
Eppure, la domanda relativa a quali sono gli infissi migliori non ha molto senso, soprattutto, se si considera dell’avanzamento tecnologico che, sembra, spostare in continuazione il significato della questione. Basti pensare, ad esempio, che il PVC è stato a lungo frenato sui mercati a causa dei timori relativi alla sua tossicità, poi fugati proprio dal trascorrere degli anni e l’affinamento dei processi produttivi, grazie ai quali il piombo e il cadmio, usati per la stabilizzazione del PVC, sono stati eliminati. Un evento che ha permesso al polivinile di cloruro di essere usato anche per prodotti delicatissimi come le cannule per le trasfusioni o le sacche che contengono il sangue per le stesse.
Mentre i serramenti in legno, a lungo indicati come bisognosi di assidue cure di manutenzione e tendenti ad un invecchiamento precoce, con l’avvento di una lunga serie di vernici create ad hoc sono riusciti, non solo ad allungare la loro vita media, ma anche a richiedere minori cure manutentive.
Proprio per questo motivo, la domanda su quali sono gli infissi migliori può rivelarsi del tutto retorica, anche perché i prodotti di ottima qualità tendono, ormai, ad uniformare i loro standard. La cosa realmente importante sarebbe fare in modo che, una volta prescelto il serramento, sia esso in legno, PVC o alluminio, non intervengano fattori esterni ad impedirgli di esercitare le sue prerogative. In tal senso, va ricordato che una funzione essenziale è svolta dal vetro che si sceglie.
La differenza tra un infisso in legno con singolo vetro (quello in auge sino a pochi decenni fa) e uno che lo abbia doppio o triplo, può addirittura oltrepassare il 60% in termini di risparmio energetico. È estremamente facile comprendere come, spendere di più per avere vetri bassi emissivi, selettivi, doppi o tripli, possa rivelarsi non una spesa, ma un vero e proprio investimento.
Quali sono gli infissi migliori? La domanda è abbastanza mal posta. Gli infissi in legno, alluminio e PVC sono tutti in grado di presentare caratteristiche di pregio, tali da attrarre le attenzioni di un gran numero di consumatori. Chi preferisce una soluzione rispetto all’altra, solitamente, lo fa sulla base di sue personali esigenze e di convincimenti maturati nel tempo, ma sempre derivanti dalla sua particolare situazione. Ad esempio, sembra difficile pensare che chi abita in un centro storico di particolare pregio e abbia sempre dovuto fare i conti con vincoli paesaggistici o architettonici possa non far convergere le sue preferenze sul legno, l’unico materiale che non avrebbe problemi a bypassarli.
I parametri su cui si concentrano i consumatori sono solitamente la bellezza estetica, l’isolamento termico e acustico, la durata, la necessità di manutenzione e il prezzo, con pareri ormai abbastanza consolidati, sui quali, a volte, si vanno ad innescare alcune novità derivanti dall’avanzamento tecnologico in atto.
L’importante è trovare produttori di infissi affidabili
La domanda su quali sono gli infissi migliori, in definitiva, non può prescindere dal problema dell’offerta di mercato. Il fatto che siano sempre di più i produttori di serramenti presenti in commercio, ha influito non poco sugli standard qualitativi, spingendoli verso il basso. Basti pensare all’arrivo degli infissi low cost provenienti dall’Europa orientale che hanno letteralmente invaso il nostro mercato, costringendo i produttori italiani a rispondere a suon di sconti per cercare di resistere all’offensiva in atto.
Se, da un lato, questa guerra commerciale si è tradotta in un vantaggio per la clientela più informata e consapevole che può in effetti spuntare prezzi più favorevoli, dall’altro, si è ingenerata una confusione non da poco, in cui i rivenditori senza scrupoli si sono mossi senza timore di danneggiare i consumatori, affibbiando loro prodotti di scarsa qualità a patto di concludere l’affare.